Come funziona la diagnosi del colon irritabile?
Purtroppo non si tratta di un processo semplice come la diagnosi di altre patologie, come l’ipertensione o la celiachia.
In questo articolo ti spiego come può avvenire la diagnosi di colon irritabile, e ti racconto la mia esperienza a riguardo. Se vuoi saperne di più sulla mia storia e vuoi scoprire come ho risolto la mia colite, ti consiglio di dare un’occhiata al mio e-book gratuito: lo puoi scaricare cliccando qui.
Diagnosi colon irritabile: esiste una procedura specifica?
La prima cosa da sapere è che attualmente NON esiste uno specifico test diagnostico per la sindrome del colon irritabile.
Viene comunque effettuata tutta una serie di esami per valutare il paziente, che servono perlopiù ad accertarsi che i sintomi percepiti non siano provocati da cause diverse dalla IBS (IBS sta per Irritable Bowel Syndrome, che in italiano indica la Sindrome del Colon Irritabile), come assunzione di medicinali, disordini metabolici, problemi ginecologici, patologie puramente neurologiche o psicologiche, o altre problematiche gastrointestinali.
In altre parole, si procede per esclusione, con un tipo di diagnosi chiamata differenziale.
Esami per diagnosticare la IBS
Gli esami effettuati prima di diagnosticare la IBS sono [1]:
- Anamnesi, ovvero l’esame della storia clinica del paziente e l’analisi dei suoi sintomi. In questa fase vengono analizzati anche gli eventuali sintomi psicologici, tipici della IBS ma non di patologie che vengono spesso confuse con essa, ad esempio le intolleranze alimentari o il morbo di Chron.
- Esami specifici: esami delle feci, breath test per l’intolleranza al lattosio, test per la celiachia, analisi del sangue approfondite. Molto spesso, in caso di colite spastica, i risultati di questi esami sono assolutamente normali.
- Esami specialistici come ecografia addominale, colonscopia o TAC. Anche i risultati di questi esami sono solitamente normali quando si soffre di colon irritabile, in quanto il disturbo è funzionale e non è legato a lesioni o deformazioni fisiche.
I criteri diagnostici
Tutte le informazioni raccolte durante gli esami vengono confrontate con i criteri diagnostici, cioè un elenco di sintomi stilato da professionisti che ritengono che, se questi sintomi sono correlati tra loro e si presentano ripetutamente in un certo periodo di tempo, possono essere considerati segnali concreti della presenza di Sindrome del Colon Irritabile.
Criteri di Manning
I criteri di Manning, elaborati alla fine degli anni Settanta, si basano soprattutto sulla presenza di dolore addominale, che deve presentarsi almeno per 6 volte in un anno e sempre associato ad almeno due dei seguenti sintomi:
- dolore attenuato dopo la defecazione;
- feci liquide;
- aumento della frequenza delle evacuazioni;
- gonfiore addominale;
- presenza di muco nelle feci;
- sensazione di evacuazione incompleta.
Criteri di Roma
I criteri di Roma, utilizzati per la diagnosi di tutti i disturbi funzionali dell’apparato gastrointestinale, sono quelli più utilizzati attualmente per valutare i sintomi della colite. Sono stati formulati nel 1992 e aggiornati più volte nel corso degli anni. Attualmente siamo alla versione IV, elaborata nel 2016 [2].
I criteri di Roma IV sostengono che si può diagnosticare il colon irritabile quando si prova dolore addominale per almeno un giorno ogni settimana in un anno, correlato ad almeno due altri sintomi tra:
- dolore che si attenua dopo l’evacuazione;
- modifica nella frequenza delle evacuazioni: più di 3 al giorno in caso di diarrea, meno di 3 a settimana in caso di stipsi;
- cambiamento nell’aspetto delle feci, che possono presentarsi mucose, dure e grumose, oppure liquide e acquose.
Il problema dei criteri di diagnosi IBS
Qual è il problema di questi criteri diagnostici? Purtroppo, è che la loro affidabilità è limitata: diversi studi hanno dimostrato che l’accuratezza dei criteri di Manning è limitata, mentre i criteri di Roma non sono stati ancora completamente validati [3].
Questo porta spesso a un ritardo nella diagnosi, se non addirittura ad una diagnosi errata.
Ti racconto la mia esperienza con la diagnosi della IBS
Ricevere diagnosi sbagliate è proprio quello che è successo a me.
Anni fa, quando ero nel momento più critico della mia IBS ed ero arrivato a superare le 20 scariche di diarrea al giorno, mi sono rivolto a un gastroenterologo. Lui ha ascoltato i miei sintomi fisici e psicologici e mi ha prescritto una serie di esami: delle feci, del sangue, test delle intolleranze alimentari.
Ovviamente, i risultati erano perfetti: non avevo intolleranze, carenze nutrizionali, allergie, infezioni, non avevo assunto medicinali che potevano aver causato il mio malessere. Insomma, ero sano come un cavallo.
La diagnosi quindi è stata di diarrea da stress. Ho tentato di spiegare al mio medico che l’ansia che provavo non era la causa del mio malessere fisico, ma era generata proprio dal mio malessere fisico, ma lui restò fermo sulla sua posizione.
E così altri medici dopo di lui: mi prescrivevano degli ansiolitici naturali, un antibiotico contro la diarrea, e mi consigliavano di vedere uno psicologo, tutto qui.
Provai a seguire questa terapia contro l’ansia e lo stress, ma le mie condizioni non mutarono: dolore, diarrea, debolezza e reflusso non solo persistevano, ma peggioravano.
La mia diagnosi è arrivata tardissimo, così come la diagnosi di IBS di migliaia di pazienti come me. E questi continui errori e ritardi, per noi, significano solo una cosa: protrarre le nostre sofferenze ancora più a lungo – perché sì: la Colite è un’enorme sofferenza.
Ho creato questo sito ed ho scritto un ebook in cui troverai la mia storia e le terapie che ho seguito e che mi hanno permesso di vincere la Sindrome del Colon Irritabile. Puoi scaricarlo gratuitamente cliccando qui o sul banner qui sotto.
Referenze
- Diagnosis and Management of IBS in Adults;
- Bowel disorders;
- Will the history and physical examination help establish that irritable bowel syndrome is causing this patient’s lower gastrointestinal tract symptoms?.